Il paese dei massi erratici

Ranco, il paese dei massi erratici 

Durante l’Era  Quaternaria, iniziata circa 2 milioni di anni orsono, ben quattro glaciazioni hanno interessato la parte settentrionale della Pian ura Padana. Esse si concentrarono tra 60.000 e 15.000 anni fa.

  La più importante fu l’ultima, detta Glaciazione Wurmiana: il suo fronte raggiunse Gallarate e si calcola che potesse misurare in altezza oltre 400 metri! Fu proprio  questa glaciazione a trasportare i massi più grossi, provenienti probabilmente da una enorme frana nell’area del Gottardo.

  Nel suo progredire il ghiacciaio, che aveva  probabilmente due diverse origini  (il Gottardo, appunto, la più importante, e il Sempione) poi confluenti in un unico sistema, trascinava infatti materiale morenico tra cui i grossi massi che, errando, si arenarono definitivamente  nelle nostre campagne.

  Il ritiro del ghiacciaio non avvenne in modo  regolare e continuativo bensì a scatti, con lunghe pause tra una fase di ritiro e l’altra. I massi erratici possono quindi  essere considerati dei testimoni di avvenimenti geologici avvenuti in epoche lontanissime.

 

Tutta la nostra zona è ricca di massi erratici: Sesto Calende (Sass di Preja Buia, per esempio), Ispra (il Sassone), Taino. Per la sua particolare orografia, però, Ranco ne ha accumulati il maggior numero, la maggior parte dei quali di sasso “serpentino”, al punto da poter essere davvero considerato” il paese dei massi erratici”, il più famoso è il "Sasso Cavallazzo o Sass Cavalasc".

Il materiale detritico, infatti,  originato da colossali frane avve nute sulle Alpi, scendendo lungo un piano inclinato si incagliava più frequentemente sul  versante settentrionale del colle di San Quirico che incontrava sul suo cammino.

Sul versante meridionale, angerese, del colle  non si trovano massi erratici o, almeno, non abbiamo notizia della loro presenza.

   

  Accade così che Ranco, in soli 3,24 chilometri quadrati di superficie terrestre, conti un numero considerevolissimo di massi erratici con densità per kmq davvero impressionanti.

  Molti altri di questi monumenti naturali sono  normalmente coperti dalle acque lacustri (ove spesso costituiscono pericolo per la navigazione) ed emergono in gran numero solo in condizioni di siccità. Altri ancora, anche di grosse dimensioni, emergono a seguito di scavi a fini edili.

  Esistono testimonianze che, nel passato, i massi erratici più piccoli venivano utilizzati direttamente come materiale edile e che molte case sono state direttamente costruite su accumuli sotterranei di queste pietre.


A CACCIA DI MASSI ERRATICI


La Biblioteca Popolare A. Senn di Ranco vuole segnalare al turista e al geologo le seguenti possibilità di visita dei massi erratici.

 

 - QUASSA:

Tutta l’area della Quassa, ranchese e isprese, presenta massi erratici. Molti di questi affiorano appena perché sprofondati nel soffice terreno dell’area. Un masso interessante è raggiungibile seguendo un viottolo che si imbocca lungo la via Quassa, in direzione della Strada ex Statale Angera-Ispra, 200 metri dopo la discarica, sul lato

In mezzo ai prati, in un suggestivo ambiente naturale, è ben visibile l’enorme pietra.

Cercando tra l’erba circostante sono apprezzabili le superfici superiori di altri massi sprofondati nel terreno morbidissimo (un tempo tutta l’area era paludosa). Nella roggia al limitare del bosco alcuni piccoli massi piatti costituivano “ab immemorabile” l’antico lavatoio delle signore di Uponne.

Proseguendo invece lungo la via Boschetti, subito a lato della discarica, dopo circa 400 metri si prenda sulla sinistra una diramazione che si inoltra nel bosco prima di arrivare ad alcune abitazioni private. Verso il termine di questa strada si incontrano due gruppi di massi erratici, di cui il secondo di particolare interesse. Se invece di prendere il viottolo a sinistra si continua lungo la via Boschetti,

dopo un’ottantina di metri si trova una stradicciola che, verso destra, scende al lago. Dopo pochi metri, sulla sinistra, un altro grosso masso occhieggia tra la vegetazione.


 - RIVA DEL LAGO:

Due piccoli massi erratici si trovano, in bella evidenza, sulla spiaggetta di Caravalle, ai confini con Angera. Proseguendo verso nord, circa 200 metri prima della spiaggia dei Canottieri, si può incontrare un bel masso erratico situato in prossimità della battigia all’interno di una proprietà privata.

Partendo a piedi, invece, dai Giardini a Lago verso Nord (operazione possibile solo col lago basso) si trovano numerosi massi erratici, di cui il primo, poco dopo la partenza, a breve distanza da un pontile in cemento (masso detto il Punciun). Molti altri massi sono appena sotto il filo dell’acqua, visibili nei periodi di siccità, altri ancora in proprietà private. E’ questa sicuramente l’area di maggior deposito a causa dell’esposizione settentrionale e, quindi, frontale, nei confronti dell’antico ghiacciaio.

Prima del Museo dei Trasporti si trova il cosiddetto Sassino (o Sass di pra neu – dei prati nuovi) e, proseguendo ancora, il famoso Sass Cavalasc, Monumento Naturale ai sensi della L.R.86 del 1983.

 

 - ALTRE AREE:

Sicuramente moltissimi altri massi sono presenti nell’area, magari occultati non solo dalle acque del lago ma anche da materiale di deposito nei boschi (fogliame) o da recinzioni di proprietà private (ad esempio tre massi in località Via Gerbi).

Invitiamo pertanto tutti coloro che fossero a conoscenza della presenza di questi monumenti naturali a segnalarceli al fine di poter completare il  censimento.